Il mosto cotto è uno dei prodotti alimentari più importanti del nostro Paese. È amato e conosciuto praticamente in tutto il mondo. Nello specifico, abbiamo a che fare con un succo ricavato da uve zuccherine, che poi viene cotto e sottoposto ad altre determinate lavorazioni.
Si tratta di uno dei prodotti agroalimentari tradizionali della nostra penisola, riconosciuto dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. È anche un ingrediente di base per l’aceto balsamico. Perciò, si rivela fondamentale per noi e per tutti i produttori di questo noto e apprezzato condimento. Ma come si prepara il mosto cotto usato per la produzione di aceto balsamico? Scopriamolo insieme.
Un procedimento semplice, ma al tempo stesso complesso
È interessante conoscere il modo in cui si producono alimenti, materie prime e prodotti di ogni genere. Dietro ad ogni elemento ci sono spesso storie e procedure di produzione che neanche immaginiamo. Nel caso del mosto cotto, ritorniamo indietro nel tempo e ci addentriamo un po’ nel mondo del vino.
Infatti, questo prodotto agroalimentare viene realizzato utilizzando uva ben matura. In genere, uve provenienti da vitigni storicamente coltivati in Emilia con un contenuto di zucchero superiore a quello necessario per procedere con la vinificazione ordinaria (di solito serve il 23-25% di zuccheri).
Dopo avere pigiato gli acini, si prosegue filtrando il succo ottenuto. A questo punto, trattandosi di un mosto cotto, si deve passare alla cottura dello stesso.
La cottura del mosto e le successive fasi di produzione
Per preparare il mosto cotto, un tempo si usavano i tegami di rame o in terracotta. Attualmente, a parte nei casi rari in cui si segue la tradizione passo dopo passo, si usano le pentole in acciaio inox. Si versa il succo d’uva nel tegame scelto e si porta a bollore. Dopodiché, si lascia che la cottura prosegua per ore e ore a fuoco lento.
Di solito, si arriva al punto in cui il liquido si riduce a un quarto del suo originario volume. Successivamente, il mosto cotto viene lasciato invecchiare per un periodo di tempo che può arrivare fino a 24 mesi. Al termine di questo periodo, ci ritroviamo a disposizione un prodotto agroalimentare molto speciale: dal sapore dolce, dal colore bruno intenso e dalla densità simile a quella dell’olio.
Non solo tradizione: le norme che regolano la produzione del mosto cotto
Oltre ai metodi tradizionali, che in qualche modo vengono seguiti praticamente ogni volta, per la preparazione del mosto cotto bisogna seguire attentamente l’articolo 12 della legge 12 dicembre 2016, n. 238. Le norme in questione sono state denominate “Disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione e del commercio del vino” e anche “Testo unico della vite e del vino”.
Questo insieme di norme è stato realizzato principalmente per proporre una semplificazione burocratica ai produttori e per dare loro una serie di regole da rispettare dalla produzione alla commercializzazione. Offre inoltre importanti consapevolezze riguardo il sistema dei controlli nel settore vinicolo.
Il mosto cotto per l’Aceto Balsamico di Modena Gourmet
Così, dopo tante procedure e dopo un po’ d’attesa, ci ritroviamo con un mosto cotto prodotto con uve attentamente selezionate e di elevata qualità. Noi lo usiamo per la preparazione del nostro aceto balsamico. Scegliendo con cautela le materie prime, possiamo avere la certezza di proporre sempre alimenti qualitativi, eccezionali da un punto di vista organolettico e altamente versatili. Che ne dite, volete assaporare il nostro aceto balsamico? Vi aspettiamo a Castelnuovo Rangone (MO), nella località Montale Rangone per proporvi una degustazione unica e prodotti fantastici!